Ettore Sottsass nasce a Innsbruck nel 1917, s’iscrive alla facoltà di architettura del Politecnico di Torino, dove si laurea nel 1939. Arruolato durante la seconda guerra mondiale, viene imprigionato oltreconfine per circa sei anni. Finalmente libero, torna in Italia nel 1947 lavorando a Milano.
Nel 1948 aderisce al MAC, il Movimento di Arte Concreta, e partecipa in qualità d’artista alla prima collettiva dedicata a questa corrente.
Diventa nel 1957 art director di Poltronova, mentre nel 1958 inizia la sua lunga collaborazione con Olivetti, in qualità di consulente per il design: il rapporto dura oltre trent’anni e frutta a Ettore Sottsass numerosi premi, tra cui tre Compassi d’oro.
In questi primi anni di attività Ettore Sottsass matura una visione del design come strumento di critica sociale, che lo porterà ad affermare che «il design è un modo di discutere la vita. È un modo di discutere la società, la politica, l'erotismo, il cibo e persino il design. Infine, è un modo di costruire una possibile utopia figurativa, o di costruire una metafora della vita».
Nel 1980 fonda dapprima “Memphis” - in collaborazione con altri progettisti, tra cui Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi, Michele de Lucchi – il cui scopo è donare agli oggetti “uno spessore simbolico, emotivo e rituale. Il principio alla base di mobili assurdi e monumentali è l'emozione prima della funzione"; poi, lo studio Ettore Sottsass Associati, di cui fanno parte Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini e Marco Marabelli. Oggetti simbolo di questi anni sono la libreria “Carlton” (1981), il mobile “Cargo” (1979) e il tavolo “Tatar” (1985).
È scomparso a Milano il 31 dicembre 2007, all'età di novant'anni, dopo aver ricevuto moltissimi premi e riconoscimenti.